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Sono tantissime le leggende pugliesi che possiamo leggere se indaghiamo a fondo in questo campo. In questo spazio vogliamo raccontarvi le più belle, quelle che hanno emozionato anche noi e che circondano gli elementi più caratteristici della nostra regione. La Puglia essendo una terra antica nella quale si sono susseguiti diversi popoli, è ovviamente una terra ricca di tradizioni che spesso si legano ad antiche leggende. Se durante la visita di un qualsiasi paese pugliesi vi fermerete a parlare con gli anziani vi sapranno raccontare le più intriganti storie legate al loro paese. Castelli con dame fantasma, fanciulli trasformatisi in monoliti, sorelle trasformatesi in rocce per vivere insieme nell’eternità.
Tra le leggende sulla puglia più famose c’è sicuramente quella della nascita dei trulli, ma ne abbiamo già parlato in un altro articolo. Qui invece voglio narrarvi di altre curiose storie che hanno a che fare con i lati più autentici e più caratteristici della nostra regione.
La leggenda pugliese sugli ulivi
Gli ulivi rappresentano un elemento imprescindibile della Puglia, si intrecciano alla cultura e alla tradizione della regione. E una delle leggende pugliesi che vogliamo riguarda proprio questi alberi secolari. Si racconta, infatti che un giorno, Giove per placare la sfida tra Minerva e Nettuno su chi dovesse possedere la Puglia. Così decise che chi avesse fatto il dono più utile si sarebbe accaparrato il domino della regione. Minerva per farsi accettare dalla popolazione regalò un ulivo. Mentre Nettuno ripiegò su un cavallo. Con il tempo la popolazione si rese conto che aveva maggiori benefici dall’ulivo che dall’animale. Minerva fu la vincitrice di questa sfida, infatti si diffuse in tutta la Puglia il culto per la dea, tanto che fu costruito un tempo in suo onore dove oggi sorge il santuario di Santa Maria di Leuca.
Le leggende pugliesi sul Castel del Monte
Tra le leggende pugliesi più famose ce ne sono di tantissime incentrate sul Castel del Monte, l’ambiguo castello federiciano. Le leggende sono dovute anche al fatto non ha niente del tipico castello! Non ci sono aperture difensive, non c’è un ponte levatoio e nemmeno un fossato. La leggenda più conosciuta racconta che sulla collina dove oggi sorga la struttura ci fosse un antico tempio e una statua che riportava un enigma: “il mio capo è di bronzo ma a levar del sole a calendi di maggio sarà d’oro”. Un saraceno una mattina di maggio al sorgere del sole iniziò a scavare lì dove c’era l’ombra della statua, risolvendo l’enigma e trovando preziosi e oro con i quali costruì il castello.
Questa è una sola delle tantissime leggende che circolano intorno all’attrazione di Andria. C’è chi dice che qui sia conservato il Sacro Graal, perché la stessa struttura lo ricorderebbe e perché lo stesso Federico aveva contatti con i Templari. Si tratta di racconti affascinanti che hanno donato un’aurea di magia e misticità al castello, e che pongono l’indagine sulla veridicità dei fatti in secondo piano.
La Leggenda pugliese del Lago di Varano
Alla presenza del Lago di Varano, sul Gargano, è legata un’incredibile leggenda. Si narra che un tempo, dove oggi sorge il lago, ci fosse una città chiamata Uria. Questa città era governata dallo spietato Re Tauro, e a sua volta anche i cittadini erano un popolo estremamente violento e scellerato tanto da provocare l’ira di Dio. La punizione divina fu un diluvio che doveva sommergere tutta la città. Una giovane fanciulla che si distingueva per la sua bontà, cercò di mettere in salvo i suo concittadini. In particolare, Nunzia, questo il nome della ragazza, voleva salvare il suo amato, gli lanciò un gomito di lana per aiutarlo, non ci riuscì, ma il gesto fermò il diluvio.
L’unica a salvarsi fu la ragazza. Si dice che ancora oggi l’anima della ragazza aleggia tra le acque del lago e che in certe notti si possa ascoltare il suo canto triste per aver perso l’amore della sua vita. Si racconta anche che questa leggenda abbia gettato le basi per la nascita della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Varano.
La leggenda pugliese della Grotta Zinzulusa
Tra le grotte marine più conosciute c’è la Grotta Zinzulusa, nel Salento, intorno alla quale aleggia una leggenda magica. Si dice che da queste parti vivesse il crudele e ricco Barone di Castro. Dopo la morte della moglie, dovuta al dolore che egli stesso le procurava, lasciò anche sua figlia in balia del dolore. Passavano gli anni e la bambina si vestiva con soli stracci, nonostante la grande quantità di ricchezze del padre. Ma egli non si curava della povera figlia. Così un giorno una fata fece un incantesimo e regalò alla figlia un vestito bellissimo. I suoi stracci, in dialetto salentino zinzuli, volarono fino alla grotta, dove si adagiarono e si pietrificarono. Inoltre, la far, scagliò il cattivo barone in fondo alla grotta lì dove oggi c’è il laghetto Cocito.
La Leggenda barese di Muffarag e la strega cattiva
Tra le leggende pugliesi più interessanti c’è quella ambientata a Bari, Tra una strega e l’emiro islamico. Muffarag era infatti un arabo che aveva preso il controllo della zona e voleva imporre il culto dell’islam alla popolazione. Ma si racconta che la notte tra il 5 e il 6 gennaio i cieli baresi erano popolati da due streghe, una buona e una cattiva. Quest’ultima decapitava chiunque passasse per le vie della città. Il giovane e caparbio Muffarag era convinto di poterla battere e per conquistarsi il volere dei baresi volle affrontarla. Ma non ci fu niente da fare, la strega Befanì decapito anche il Malvagio Muffarag. La sua testa rotolò sull’architrave di una casa di Bari vecchia. Attualmente è visibile la scultura di una testa di un moro, in strada quercia numero 10 e si dice che sia proprio quella la testa di Muffarag.
Sono tantissime le leggende pugliesi che si tramandano di generazione in generazione. Miti e leggende della Puglia che animano chiese, castelli e piccoli borghi. Curiosità sulla Puglia che vale la pena conoscere, perché così è possibile conoscere una cultura che non andrebbe mai dimenticata. Noi continueremo a parlarne perché attraverso queste leggende traspare la bellezza della nostra regione.
Classe 1993, mi piace scrivere, viaggiare, lanciarmi in nuove avventure e scoprire nuovi luoghi. Mi emoziono facilmente davanti ai tramonti e ai gattini.